Nel post di ieri abbiamo visto come la sciagurata decisione di Carlo II (il re “stregato”) presa sul letto di morte abbia scatenato la guerra tra le potenze europee interessate o preoccupate dalla successione sul trono spagnolo.
A giocare un ruolo chiave è l’Inghilterra, che non ha alcuna intenzione di cedere la sua supremazia come potenza marittima mondiale, ottenuta dopo la sconfitta dell’Invincibile Armada e il declino della Spagna. L’Inghilterra deve la sua forza al controllo indiscusso delle colonie nelle Indie, mentre già nell’America del Nord deve contendersi i territori proprio con la Francia: se i francesi, insieme al trono di Spagna, mettessero le mani anche sulle terre dell’America del Sud colonizzate dai conquistadores, gli equilibri dell’intero scacchiere mondiale subirebbero un brusco scossone.
Ecco quindi che l’Inghilterra, sul cui trono siede Anna Stuart ma il cui potere è nelle mani del Duca di Marlborough John Churchill (ebbene sì, avo di quell’altro Churchill, Winston, che farà parlare di sé durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale), decide di sostenere con forza l’Austria. Alla lega si unisce subito l’Olanda, che insieme all’Inghilterra compone un fronte “protestante” contro la cattolicissima Francia. Poi tocca a diversi principati tedeschi: Prussia, Palatinato e in particolare Hannover, il cui principe elettore, Giorgio Luigi di Hannover, punta a governare l’Inghilterra dopo la morte della regina Anna (e infatti salirà al trono nel 1714 con il nome di Giorgio I).
Dalla parte di Luigi XIV si schierano il Portogallo, il Ducato di Savoia, la Baviera e l’Arcivescovado di Colonia.
A prima vista, sembrerebbe che le forze siano sostanzialmente equilibrate, mentre invece la supremazia numerica delle armate di Re Sole è schiacciante.
Nella prima fase della guerra, combattuta prevalentemente nelle Fiandre, gli olandesi schierano circa 60.000 uomini, gli inglesi circa 40.000 (più di metà dei quali mercenari tedeschi), 90.000 gli austriaci. Oltre ad alcune migliaia di uomini schierati dai principi tedeschi: per un totale di circa 200.000 uomini disponibili. Il solo esercito francese all’inizio del 1700 contava di circa 373.000 unità (255.000 delle quali francese): questo è dovuto al fatto che la Francia era una realtà demografica in forte crescita: 20 milioni di abitanti!
Luigi XIV basa la valorizzazione dei suoi generali sulla cultura del merito, dell’onore e del sacrificio personale per rafforzare il mito del “re guerriero”. Questo a parole. In realtà il re di Francia preferisce circondarsi di generali di provata fedeltà provenienti da famiglie di (chiedo scusa per la ripetizione, ma il concetto è chiave) provata fedeltà. I generali, a loro volta, mirano a ottenere riconoscimenti e benefici per poterli esibire a corte. Nel corso della guerra di successione spagnola Luigi XIV farà un robusto ricambio del suo stato maggiore, sia per premiare la lunga carriera di alcuni ufficiali, sia per formare quelli giovani. Molti di questi ultimi, per il prestigio di cui godono a corte, per il grado di nobiltà delle loro famiglie, nonché per la simpatia personale da parte di Re Sole, vengono messi a dirigere le operazioni belliche prendendo il comando supremo delle truppe messe ai loro ordini senza che nessuno dello stato maggiore li potesse discutere. Come poi si vedrà, molti di questi generali non hanno né esperienza né carisma per gestire armate così numerose. Molti sono stati mandati al fronte proprio per imparare. Eppure questi generali, per la maggior parte dei casi, si ritenevano sufficientemente abili da pretendere di decidere senza ascoltare i consigli degli altri membri, più anziani ed esperti, dello stato maggiore. Questa è, probabilmente, la causa reale della sconfitta francese della guerra pur essendo partita da una posizione di enorme vantaggio numerico.
Ma veniamo a noi, ossia a Torino, dunque al Ducato di Savoia. Sin dalle prime fasi della guerra appare chiaro che la penisola italiana sarà uno dei fronti su cui si giocheranno le sorti del conflitto. Agli Austriaci interessa rafforzare la posizione in Italia in particolare per avere uno sbocco sul Mediterraneo. Il diplomatico sabaudo Ignazio Solaro del Borgo dirà “le province italiane sono l’India della corte di Vienna”. Per procedere all’espansione verso Lombardia, Regno di Napoli e isole, gli Asburgo devono garantirsi l’amicizia o la neutralità dei Savoia. Il che non è facile, visto che il Duca Vittorio Amedeo II è legato alla francia da vincoli commerciali e anche familiari, essendo figlio di una cugina di Re Sole.
La posizione geografica del Ducato di Savoia, col controllo dei valichi alpini, diventa decisiva sia per la Francia che per l’Austria per condurre una campagna in Italia. Questo spiega perché l’Inghilterra promette al Duca di Savoia un consistente aiuto finanziario: per gli inglesi è fondamentale che ci sia sul territorio italiano una potenza forte abbastanza da contenere chi, tra Francia e Austria, avrà il controllo del Mediterraneo italiano alla fine della guerra. Ecco spiegato il perché di tanta… generosità.
Il 6 aprile 1701 Vittorio Amedeo II scende in campo dalla parte francese, col titolo di generale supremo delle armate italiane. L’alleanza viene suggellata dal matrimonio fra il novello re di Spagna Filippo V e la tredicenne Maria Luisa Gabriella di Savoia (figlia di Vittorio Amedeo II), ma non prevede promesse di espansioni del Ducato alla fine della guerra. Un accordo, come si può capire, non dei più favorevoli. Il Duca intrattiene trattative segrete con l’Austria, e nel momento in cui anche gli inglesi si schierano con l’imperatore l’idea di cambiare schieramento prende sempre più corso.
A forzare gli eventi ci pensa il Re Sole, ordinando l’arresto di tutte le truppe sabaude schierate nel suo esercito. Questo avviene il 29 settembre 1703, a San Benedetto Po. Senza preavviso, durante una rassegna delle truppe, i 4500 uomini del Duca si presentano, come si conviene, con le armi scariche… e scoprono di essere gli unici: vengono arrestati e imprigionati senza potersi opporre in alcun modo.
Privato della maggior parte dei suoi soldati e dei suoi migliori ufficiali, Vittorio Amedeo II non demorde e firma l’alleanza con l’imperatore. E’ il 7 ottobre 1703. Uno smacco che Luigi XIV non ha alcuna intenzione di perdonare… ma ne parleremo domani.
L’immagine raffigura la mappa dell’Europa all’inizio del secolo, e mostra chiaramente le forze in gioco.