«Suc-sce-de qualco-osa» disse a un certo punto Fioreste, guardando fuori.
Laura lo raggiunse alla finestra e vide che la strada era buia come dopo il tramonto. Si erano radunati capannelli di gente con la testa all’insù e le mani davanti agli occhi. La Tra loro c’era Alberto, che quando si accorse di lei le fece cenno con le mani:
«Venite a vedere, presto! E’ un miracolo!»
Uscirono per unirsi ai vicini, e scoprirono che il sole non c’era più. Al suo posto, un disco nero contornato da un alone luminoso galleggiava in un cielo scuro come di notte. In quel silenzio di intimorita meraviglia, la gente lanciava esclamazioni di gioia e stupore. Qualcuno piangeva, altri pregavano.
Nel buio fondale del cielo brillavano cinque gemme a forma di V coricata, e altre due, più distanti, poste sugli invisibili prolungamenti del cuneo stellato. Era uno spettacolo tutt’altro che inconsueto, la costellazione del Toro nel cielo di maggio. Se non per il fatto che le stelle non si possono vedere di giorno.(La Città delle Streghe)
Il 12 maggio è un giorno rilevante, per certi aspetti decisivo per gli eventi dell’assedio, anche se non viene sparato nemmeno un colpo.
I francesi, a parte qualche sentinella d’avanguardia, non sono nemmeno ancora arrivati in vista di Torino: sono accampati a Venaria e si stanno preparando a marciare. All’improvviso il cielo si oscura e il sole scompare. Un’eclisse.
Il “Giornale dell’assedio della real città di Torino”, una cronaca pervenuta anonima e che gli studiosi Vicenzo Armando e Antonio Manno hanno attribuito a un certo cavalier Ascanio Avogadro di Casanova, così descrive gli eventi:
“[…] comparve l’Ecclisse sopra Torino poco avanti alle ore 14 d’Italia, che a poco a poco fece oscurare il Sole, che durò tre quarti d’ora in circa, e verso le 14 ore e mezza in un batter d’occhio, la Luna restò avanti il sole tutta rotonda oscura, che coprì affatto il Sole, facendo restare il tempo oscuro al pari di un’ora di notte con sommo stupore d’ogni uno, e stette in tal forma per lo spazio d’un mezzo quarto d’ora, indi ritornò la luce, come mai fosse stata oscurità, qual fatto fece restare attoniti li francesi, che campavano alla sudetta Veneria, e in quei luoghi circonvicini, che non tralasciarono di dire, che questa oscurità, e cangiamento di constellazioni era cattivo presaggio per loro”.
Altre cronache, come quella del Solaro della Margarita comandante dell’artiglieria sabauda, situa l’evento alle 10 del mattino. Poco cambia per la rilevanza e le conseguenze, come ben ci spiega il Tarizzo nel suo Ragguaglio:
“…al primo appressarsi che (i francesi) fecero verso la Piazza, avvenne il grande Ecclissi del Sole e videsi all’ora in quella notte di mezzo di lampeggiare quasi sola la propizia costellazione del Toro; e perché questa è la divisa della Città, siccome il Sole della potenza nemica, si trasferirono gli accidenti dè simboli alle persone simbolizzate, e se ne fece comunemente un presagio, che quella rimarebbe oscurata sotto le minacciate mura, e ne trionfarebbe la gloria dè Torinesi…”.
Il Sole oscurato e la costellazione del Toro che appare in cielo. Il simbolo del re nemico e quello del protettore di Torino. Per la popolazione della capitale del Ducato questo è molto di più che un fenomeno astrologico capitato in prossimità dell’inizio dell’assedio. E’ un segno, un presagio, anzi di più: è magia.
L’unica forma di magia contemplata all’epoca, naturalmente, e la si chiama miracolo.
Dio sta dicendo, attraverso l’eclisse, che Torino (il Toro) sconfiggerà (oscura) i francesi e Luigi XIV (il Sole).
Dio sta promettendo ai torinesi che l’assedio finirà con una loro vittoria, dichiarando implicitamente di “tifare” per i Savoia.
Questo fatto ha una conseguenza fondamentale: il popolo della capitale, rassicurato da questo segno (e anche da altri, che vedremo più avanti), non creerà alcun problema al Duca e agli alti comandi per tutta la durata dell’assedio, permettendo di rivolgere tutte le attenzioni alla difesa della Cittadella senza timore di ribellioni interne.
Niente male per un semplice allineamento di astri celesti che, per inciso, sia gli astrologi torinesi che quelli sabaudi avrebbero potuto prevedere…