Il 13 maggio 1706 l’esercito francese si porta in vista di Torino e si posiziona con la destra del suo schieramento in corrispondenza dell’area di Lucento, e la sinistra in corrispondenza del Po. La marcia francese viene disturbata da un reggimento molto speciale dell’armata sabauda: gli ussari. Si tratta di reparti di cavalleria leggera, specialisti in azioni di disturbo e guerriglia e giunti a Torino con i primi rinforzi da Vienna. Impropriamente detti ungheresi, sono per lo più di origine serba. Hanno affinato la tecnica e si sono “fatti le ossa” combattendo contro gli ottomani negli ultimi decenni, e sono conosciuti per il loro coraggio al limite della ferocia.
Durante le operazioni di disturbo gli ussari fanno un gran numero di danni, e addirittura riescono a uccidere un luogotenente colonnello. Sono le ultime manovre dal lato sabaudo prima dell’inizio dell’assedio. La sera del 13 il Duca manda ordine ai distaccamenti di fanteria imperiale accampati a Chieri di ritirarsi a Torino.
Già durante la notte i francesi cominciano a lavorare agli scavi delle trincee per effettuare l’assedio e di quella, più grande e detta “di circonvallazione”, necessaria a proteggersi le spalle. L’invenzione della linea di circonvallazione per le operazioni di assedio è molto antica: ne abbiamo notizia già nel 52 aC, quando Giulio Cesare prese d’assalto la città gallica di Alesia. Fortificando le proprie truppe non solo per difendersi dalle sortite degli assediati (con la cosiddetta ‘linea di controvallazione’), ma anche da incursioni di forze nemiche esterne e intenzionate a portare soccorso o rifornimenti alla città, l’esercito assediante si protegge posizionandosi in una vera e propria striscia protetta.
L’immagine in testa al post, dal sito Warfare, raffigura bene le due linee di circonvallazione e controvallazione realizzate dai Francesi attorno a Torino.