Il 16 luglio continuano gli scontri tra i due schieramenti all’altezza dell’Opera a Corno. Nulla di nuovo: i francesi avanzano i gabbioni, i sabaudi li demoliscono a cannonate, i francesi arretrano, cominciano a tirare cannonate anche loro, e così via…).

La notizia davvero rilevante, riferita con le parole del Solaro della Margarita, è che “i nemici hanno levato l’acqua che dalla Dora veniva alla Polveriera”. Bloccando il flusso del canale che scorreva in mezzo al Balòn per alimentare la fabbrica della polvere da sparo, i francesi mirano a rallentare o addirittura a impedire la produzione di polvere nera. Vi si pone rimedio con la forza manuale: “una senten-a dë soget con dë brass da parapet” (Tarizzo, l’Arpa Discordata), ossia un centinaio di forzuti con braccia dure come parapetti di pietra.

La carenza di polvere da sparo è un problema serio per la difesa della città. Il generale Von Daun ha già scritto a Vittorio Amedeo II che non è può utilizzare con la massima efficacia i cannoni di calibro maggiore e le mine sotterranee. Il Duca gli ha risposto in una maniera degna di Paperon de Paperoni: “risparmiare la polvere riducendo i tiri di cannone”, puntando sul guadagnare giorni e dare all’armata di soccorso il tempo necessario a raggiungere Torino. A dare respiro ai difensori, ci pensa un convoglio di 28 muli carichi di polvere, inviati in città proprio da Vittorio Amedeo II con la cattiva notizia che i francesi hanno conquistato il castello di Asti.

La polvere da sparo, invece, non manca agli assedianti, che continuano a tirare sulla Cittadella e su Torino; in questo frangente i torinesi danno prova di grande forza d’animo, sopportando i bombardamenti e aiutando perfino nella riparazione delle opere militari. Il Tarizzo, nell’Arpa Discordata, fa riferimento alla coraggiosa presenza femminile nella zona degli scontri:
“Anche le donne stavano ferme,
non voglio dire nelle caserme
ma nei posti dove più duramente
lavoravano i beccamorti,
senza mai posare la zappa,
senza mai cambiarsi d’abito,
in compagnia dei soldati.
Così che i francesi erano ammirati
E dicevano: “ecco delle donne capaci
Di fare la guerra ai Diavoli,
perché loro non hanno guerre
da temere di palle e di pietre”.

Altri civili smaniano di entrare in azione: armati di fucili, si offrono volontari per fare la guardia sulle mura, quasi smaniosi di combattere, o per lo meno di sostenere i soldati.

L’immagine è tratta dal “Dizionario Istruttivo di tutte le Robbe appartenenti all’Artiglieria” di Giovanni Battista d’Embser, ufficiale imperiale che combatté la campagna italiana durante la guerra di Successione Spagnola, e raffigura una macchina a tre pistoni per la fabbricazione della polvere nera: una molto simile doveva essere nel polverificio del Balòn durante l’assedio di Torino.