Il 17 luglio comincia a diventare problematico il recupero dei cadaveri nelle gallerie dove si è combattuto di recente. In piena estate i corpi si decompongono più in fretta e rischiano di diffondere malattie, ma il gas velenoso continua a ristagnare rendendo pericolosissimo avventurarsi là sotto. Si offrono volontari alcuni forzati, chiedendo in cambio uno sconto della pena. Riescono, a fatica, a portare via i corpi, ma è comunque impossibile trattenersi troppo a lungo.

L’immagine, tratta dal Manuale d’Artiglieria del generale francese Pierre Saint Remy, raffigura gli studi per produrre un’efficace aerazione nelle gallerie di mina. A Torino non ci fu tempo né modo di realizzarle senza rischiare di facilitare l’individuazione delle gallerie stesse da parte del nemico: questa è la principale ragione per cui si fu costretti a realizzare l’accesso alle gallerie superiori del sistema di difesa proprio in fondo al fossato: un potenziale punto debole di cui l’alto comando della difesa era ben consapevole, ma che non impedì ai nemici di scoprirlo e provare a sfruttarlo, la notte dell’eroico gesto di Pietro Micca. Ma non è ancora tempo di parlarne.