Il 18 luglio i francesi posizionano nuovi pezzi d’artiglieria. Una batteria di cinque mortai, una di nove cannoni e una di sette bersagliano incessantemente l’Opera a Corno (che, ricordo, è stata realizzata per proteggere le zone di Valdocco e di Borgo Dora, fuori dalle mura cittadine).
Molti colpi vanno a segno e gli assediati sono costretti ad arretrare i cannoni per salvarli da quella furia devastatrice. Altri invece mancano il bersaglio, sorvolando l’Opera a Corno e devastando da una parte le case del Balòn più vicine alle mura, dall’altra i quartieri nordoccidentali di Torino. Le cronache osservano che “ha del prodigioso che la nuova Cappella della Santissima Vergine della Consolata, e di tutto il ricinto di quell’antico Monistero, sia stata appena toccata da tanti migliaia di colpi, che s’addrizzavano con tanta furia a quella volta”.
Sta nascendo una leggenda che all’epoca aiutò i torinesi ad aggrapparsi alla speranza. Il Santuario della Consolata, seppure vicinissimo alle mura, non viene danneggiato dalle bombe perché è la Madonna stessa a respingerle.
Nel frattempo alla Cittadella continuano i tentativi per tornare a impadronirsi delle gallerie sotterranee invase dai gas velenosi. Oggi si fa un tentativo con dei tubi di metallo spinti nei cunicoli e collegati a dei mantici che soffiano aria fresca.
Sempre il 18 luglio viene riportata la notizia della cattura di un disertore fuggito qualche giorno prima. Il reprobo viene ritrovato dai suoi ex commilitoni in un’osteria di Chieri, riportato con la forza a Torino e impiccato in piazza delle Erbe. Gli sforzi e i rischi corsi da diversi soldati per punire un solo uomo possono sembrare eccessivi, ma è fondamentale l’importanza dell’esempio dato all’esercito e alla popolazione degli assediati: la giustizia del Duca è e rimane implacabile verso chi lo tradisce.
L’immagine in testa al post, simile ad altre già postate in post precedenti, raffigura la famosa palla di cannone rimasta conficcata contro il muro della Consolata nel corso dell’assedio.
Il diciotto luglio gli artiglieri francesi avevano preso di mira il campanile
(La Città dell’Assedio)
di Sant’Andrea, da cui le vedette studiavano i movimenti nemici, ma nessun colpo era andato a segno, sfiorando la torre e la chiesa. Nessuno pensava più all’Assassino della Consolata perché il santuario faceva parlare di sé con un nuovo miracolo: la Vergine stessa che respingeva le palle di cannone. Lucifero e le sue trame, intessute nell’ombra dei vicoli, erano stati sconfitti ancora
una volta.