Nella notte tra il 21 e il 22, intorno alle 4, avviene una delle sortite più sanguinose dell’assedio.
Le diverse cronache discordano lievemente sui numeri dei partecipanti all’incursione, che parte dalla Cittadella e dall’opera a corno nella più classica delle manovre a tenaglia: si parla comunque di un centinaio di uomini. Tra gli incursori ci sono i temibili aiduchi del reggimento Bagoschi, soldati d’origine slava inquadrati nell’esercito asburgico. A comandarli è una figura con una fama già eroica: il capitano Barany, che nel 1705 aveva fortificato alcune case civili sulla linea difensiva di Chivasso e Castagneto Po riuscendo a rallentare la marcia dell’intero esercito francese per diverse settimane.
L’impresa riesce alla perfezione: le trincee francesi vengono devastate, vengono fatti 50 prigionieri tra cui un sergente e si lasciano sul campo 60 tra morti e feriti. Le perdite da parte sabauda sono 12, tra cui proprio il capitano Barany. La morte del loro condottiero scatena la furia feroce degli aiduchi, che culmina in un episodio sanguinoso riportato in tutte le cronache:
Racconta il Solaro della Margarita: “Noi perdemmo con dieci granatieri questo celebre capitano degli Aiduchi che, dicono, sia andato dritto verso uno stendardo per strapparlo dal disopra della trincea. […] La morte di questo valoroso fu vendicata da uno dei suoi fedeli Aiduchi, il quale con un colpo di sciabolo staccò la testa al capitano dei granatieri (nemici) che erano di guardia alla trincea”.
Il Tarizzo precisa che il soldato ungherese: “andossene come un leone ad avventarsi contro il signor di MArincourt capitano de’ granatieri, e separogli con un colpo di sciabola dal busto la testa, e presala in mano, portolla come in trionfo nella Città”.
La morte di questo eroe getta un’ombra sull’impresa che rimane straordinaria. Sempre il Tarizzo scrive che a Torino “non si sapeva capire che si fosse fatto tutto quel molto da sì pochi e in sì poco tempo”.
A margine di questi eventi giunge in città la notizia che il Duca di La Feuillade è partito a sua volta da Torino alla testa di 10000 uomini, 36 cannoni e 6 mortai, all’inseguimento del Duca di Savoia, con l’intento dichiarato di catturarlo o di allontanarlo dalla zona di guerra. Ancora non sà, la Feuillade, che sta andando a impegolarsi in un’impresa inutile e dispendiosa.
Il conte Von Daun, intanto, sta facendo i conti con una vecchia ferita che gli rende difficile camminare (ma pare che la verità fosse assai meno nobile e che soffrisse di gotta) e per un paio di giorni lo ha tenuto distante dal fronte di guerra. Oggi, 22 giugno, lo si rivede in visita alle fortificazioni… con l’ausilio di una portantina.
L’immagine in testa al post, tratta dal sito del Nádasdy Ferenc Múzeum, raffigura un ussaro a cavallo all’inizio del 1700. Personalmente mi piace molto immaginare così il capitano Bagoscy, anche perché ho fatto un po’ di fatica a reperire immagini che mi aiutassero a capire com’erano le uniformi degli aiduchi. Quanto di più vicino ho potuto trovare è questa immagine di Movius Lennone che raffigura alcuni aiduchi all’inizio del 1600.