Il 26 di agosto un’altra mina getta scompiglio in campo francese, rovesciando i tre cannoni della batteria da 14 risparmiati dall’esplosione di ieri. Questo mentre i francesi stanno cercando di recuperare i pezzi finiti nella voragine di terra. Tutto ciò getta nello sconforto il nemico, che era convinto che la piazza di Torino avesse finito la polvere da sparo.
Tra i difensori invece diventa chiaro qual è l’obiettivo delle due gallerie che i francesi stanno scavando da giorni in direzione dei bastioni. Non vogliono arrivare sotto i bastioni, per farvi scoppiare delle mine e indebolire le strutture, ma sbucare nel fossato davanti alla mezzaluna di soccorso. In questo modo le truppe mandate all’assalto non dovranno scalare in discesa il fossato, ma vi arriveranno “comodamente”.
Per i difensori oggi c’è poco altro da fare, se non tenersi pronti al grande assalto che probabilmente i francesi
intendevano lanciare già ieri, giorno di San Luigi. Il generale Von Daun “fece fare ogni opportuna disposizione per ricevere vigorosamente il nemico in caso che esso volesse dar qualche assalto, e per difendere queste opere esteriori con tutto vigore a qual prezzo si sia per guadagnare maggior tempo per attendere il bramato soccorso” (Giornale dell’Assedio).
Nel frattempo le spie del Duca riferiscono che è arrivato a Torino il Duca d’Orleans, comandante in capo della campagna d’Italia. Dopo un consiglio di guerra tra i comandanti francesi, si conviene che La Feuillade raddoppierà gli sforzi della sua armata per prendere la città, mentre Filippo D’Orleans, con i suoi uomini, si schiererà in modo da impedire al Duca di Savoia (che, vi ricordo, è sempre nei pressi di Torino alla testa dei suoi reggimenti di cavalleria) eventuali manovre di soccorso.
Tra i francesi comincia a crescere il panico: il principe Eugenio e la sua armata imperiale sono sempre più vicini. Questione di giorni, e saranno a Torino.
Per questo Torino dev’essere conquistata. Subito.
L’illustrazione che ho scelto oggi raffigura il Duca di Marlborough, grande alleato e amico del principe Eugenio,
attivo con il suo esercito sul fronte delle Fiandre.