La notte tra il 5 e il 6 agosto vede un nuovo assalto francese che questa volta riesce a conquistare le postazioni lungo il percorso coperto della controscarpa. Una cattiva notizia, perché da quella posizione i tiri dei cannoni nemici saranno molto più precisi di quanto non siano stati finora, quando dovevano prendere la mira “alla cieca”.

Nel frattempo gli alti comandi ricavano un resoconto preciso dell’assalto di ieri notte. Il Giornale dell’Assedio riferisce che “vi furono oltre li 10 battaglioni ordinarii negli approcci, ancora 25 compagnie di granadieri di riserva di tutta l’armata nemica comandati, e 6 huomini per compagnia, e in verità deve il nemico aver perduto molta gente in questa azione, sendo particolarmente stati veduti e ritrovati diversi morti tanto di qua che di là delle palizzate, il che pure confermano tutti li desertori e esploratori, e che parimente nell’assalto ne sia restato morto il general maggiore”.

La collina torinese è diventata nel frattempo un nuovo fronte di scontro. Il generale Von Daun ha dato ordine di abbattere i boschi e le vigne che si trovano davanti ai trinceramenti collinari, in modo da avere una visuale libera dei dintorni, e da impedire ai temuti micheletti francesi di nascondersi per prendere la mira. Nella giornata di oggi, al di là del Po, viene fatto prigioniero un luogotenente del Reggimento di Baviera (il l Principe Elettore Massimiliano II Emanuele di Baviera era alleato del Re Sole, durante la guerra di Successione Spagnola).

Intanto le bombe continuano a cadere sulla Cittadella e su Torino. In certi momenti sopra la città se ne vedono passare anche venti alla volta. Uno spettacolo spaventoso, che lascia presagire un prossimo assalto ancora più feroce.

L’immagine, tratta dal sito warsoflouisxiv.blogspot.com, raffigura alcuni dei ripari provvisori che venivano comunemente usati duranti gli assedi nel 1700. In alto a sinistra si vedono i caratteristici gabbioni di vimini, portati in loco e poi riempiti di terra.