Anche il 9 agosto la Cittadella e l’opera a corno vengono investite dal feroce fuoco nemico: “settanta pezzi di cannone sparavano incessantemente“, riferisce il Giornale dell’Assedio.

Il diario del Solaro della Margarita mette in luce un punto chiave della guerra di artiglierie, quando descrive la notte tra il 9 e il 10 agosto:

“Il nostro cannone, alla luce delle palle luminose, ha fatto delle furiose scariche a cartuccia (un particolare proiettile ‘a grappolo’, ripieno di palline di metallo o proiettili più piccoli) sui nemici, mentre continuavano il loro lavoro alla loro parallela […]. Nello stesso tempo, a misura che le loro bombe e le loro pietre cadono su di noi, le nostre si rovesciano su di loro. La loro Artiglieria, sparando più con furore che con precisione mancava i nostri rampari (i terrapieni), e andava a casaccio a mandare i suoi colpi sulla Città“.

Con più ferocia che con precisione l’artiglieria francese manca il bersaglio. Ecco la chiave dell’assedio di Torino. Merito delle difese predisposte dal Duca di Savoia e dei suoi uomini, ma anche dell’incompetenza della loro controparte francese.

Dopo ormai tre mesi di assedio, anche gli ufficiali francesi cominciano a essere stanchi. Iniziano, come si suol dire, a volare gli stracci.Uno degli ingegneri militari, Lorrières d’Astier, scrive direttamente al Ministro della Guerra Chamillart (che, ricordo, era il suocero del generale La Feuillade): ce l’ha con il capo dei genieri di Re Sole, monsieur Tardif.

“Monsieur Tardif, caricato di questo fardello, ne è assolutamente incapace, essendo cento volte superiore alle sue forze; e poiché l’età lo pone alla nostra testa, senza che abbia servito (nel senso di ‘prestato servizio’) molto, si vuole dargli la colpa di questo accade. […] L’intero corpo [del genio] vedendo il capo disprezzato, è caduto nel modo ordinario [di combattere] non per attaccamento o per emulazione, ma solamente ciò che viene bene o male ordinato. […] Monsieur Tardif non è nelle condizioni di sostenere la fatica di questo assedio; ci va a malapena una volta al giorno; è inoltre di una lentezza che passa l’immaginazione.”.

Lorrières D’Astier ne ha per tutti. Ritiene che Monsieur Villars, aiutante di Tardif, sia un raccomandato senza particolari doti scelto al posto di uomini ben più abili. E infine si scaglia contro l’Artiglieria, che schiera male le sue batterie e non le posiziona dove dovrebbe, causando gravi rallentamenti ai piani dell’assedio.

La discordia tra gli ufficiali nel campo nemico è la situazione opposta dell’accordo che regna negli alti comandi sabaudi, dove tutti remano dalla stessa parte. Questa differenza sarà la principale motivazione della vittoria torinese, e la causa, il colpevole, il merito, è uno solo: Re Sole non sapeva scegliere i suoi comandanti, il Duca di Savoia sì.

L’immagine, trovata su Pinteres a opera di Borisov M.V., raffigura l’assedio di Narva e mostra in primo piano gli imponenti “cannoni da breccia”.