L’evento di giornata non riguarda Torino né l’assedio, anche se può avere ripercussioni importantissime.
Nella mattina del 27 maggio 1706 arriva da Genova un messaggero con delle lettere scritte dall’Arciduca Carlo d’Asburgo. Questi, pretendente al trono spagnolo, nell’ottobre del 1705 si era spostato a Barcellona facendone la propria corte e nominandosi Carlo III di Spagna. Il candidato francese al titolo di re di Spagna, Filippo di Borbone, non l’aveva ovviamente presa bene, facendo cingere d’assedio Barcellona da 18.000 uomini.
A salvare l’Arciduca arriva una flotta anglo-olandese che obbliga l’esercito borbonico alla ritirata: l’assedio di Barcellona è spezzato, un segno benaugurante per Torino.
Il ragguaglio di Carlo d’Asburgo al Duca di Savoia è molto dettagliato. Nella loro confusa ritirata, i francesi hanno perso 106 cannoni, 15000 sacchi di grano e farina, 11000 uomini tra morti, feriti e prigionieri, 27 mortai, 40000 palle da cannone, 5000 barili di polvere…. giungendo con l’elenco fino a citare 10000 paia di scarpe! E’ molto rilevante invece aver messo le mani sul bagaglio personale di Filippo di Borbone, di valore immenso: all’epoca i nobili non si spostavano certo con due trolley da viaggio.
La notizia è indubbiamente buona per Torino e i Savoia, come lo è stata qualche tempo fa quella della batosta inflitta alle armate del Re Sole nelle Fiandre. Tutti i fronti di guerra che si rendono difficili per i francesi nelle altre parti d’Europa avranno come effetto tutt’altro che secondario rendere meno pesante la pressione su Torino. A Barcellona, per la cronaca, i combattimenti sono tutt’altro che finiti.
L’immagine, tratta da Wikipedia. raffigura la capitale catalana nuovamente sotto assedio, nel 1713.