Il tre luglio cannoni francesi smettono del tutto di sparare, dando così il tempo agli assediati di riparare i danni, specialmente fatti alla controguardia del bastione Beato Amedeo particolarmente bersagliato negli ultimi giorni dalla batteria “degli Spagnoli”. La pausa dei bombardamenti permette ai torinesi di mantenere le proprie batterie così in buono stato da permettere loro di sparare sempre per primi al mattino. Si sospetta che la ragione del silenzio sia dovuta al fatto che i francesi stanno scavando gallerie e vogliono prevenire smottamenti.
Il giorno dopo, i francesi confermano i sospetti degli assediati facendo brillare una bomba (chiamata “fogata” nel gergo militare dell’epoca) in una loro galleria di contromina nei pressi dell’opera a corno. L’esplosione avviene troppo distante dalle gallerie sabaude, così che non produce alcun danno. Mentre la batteria degli Spagnoli continua a tirare sul bastione Beato Amedeo, i torinesi portano sei cannoni davanti alla linea di comunicazione francese che va dall’opera a corno fino alla Dora, con l’obiettivo di infastidire gli approcci nemici. Quello stesso giorno gli uomini del Duca di Savoia catturano un capitano del reggimento Normandia, mentre con i suoi uomini cercava di fare razzia di bestiame tra il Valentino e la Crocetta.

 

L’immagine in testa al post raffigura un cannone a retrocarica, un’innovazione per l’epoca0. E’ tratta da uno dei manuali bellici di Giovan Battista d’Embser, ufficiale d’artiglieria imperiale che si distinse durante l’assedio.