All’alba apre il fuoco la batteria sabauda posizionata di fronte alla linea di comunicazione tra la Dora e l’opera a corno. Verso mezzogiorno si scorge grande movimento di parecchi drappelli francesi che entrano nelle trincee: si teme un attacco all’opera a corno e ci si prepara a difenderla, ma si tratta di un falso allarme.
I francesi fanno esplodere una fogata nella galleria in prossimità delle fortificazioni esterne del bastione Beato Amedeo, ma finiscono, secondo i disertori, per fare più danno a se stessi che agli assediati. In questi giorni i cannoni francesi continuano a tacere, ma i mortai sparano senza sosta pietre e bombe. I difensori fanno del loro meglio per riparare, di notte, i danni prodotti di giorno sulle fortificazioni.
Il Duca de la Feuillade, sempre in marcia per le strade del Piemonte a caccia di Vittorio Amedeo II, riceve una lettera da suo suocero, il ministro della guerra Chamillart, che esprime molti dubbi sulle capacità dell’uomo lasciato da La Feuillade a condurre l’assedio di Torino : “Nessuno stima più di me Monsieur de Chamarande, ma c’è una così grande differenza ad essere comandati da un uomo come voi o da un uomo con il suo carattere, che posso assicurarvi che voi farete di più in otto giorni che lui in quindici. L’affare principale dello stato è quello di cui siete stato incaricato, e dalla presa di Torino dipende lo sviluppo della guerra d’Italia”.
Il fatto stesso che La Feuillade, non propriamente un fulmine di guerra, sia considerato molto più abile del suo secondo in comando la dice lunga sulle alte sfere militari dell’armata francese. Come abbiamo già scritto. e come vedremo più avanti, gli errori commessi dal Re Sole nella scelta dei suoi comandanti sarà la principale causa della rovinosa sconfitta, non solo dell’assedio di Torino, ma di tutta la guerra di Successione Spagnola.
L’immagine in testa al post è un ritratto di monsieur Chamillart.