Durante la notte tra l’11 e il 12 luglio i francesi posizionano una linea di sessanta gabbioni davanti alla fleccia dell’opera a corno. Sono le prime avvisaglie dell’attacco.
Una fogata viene fatta esplodere contro l’angolo della controscarpa per farla franare, e subito dopo viene lanciato un attacco in forze: la fleccia dell’opera a corno cade in mano francese. I sabaudi fanno saltare una mina sotto i parapetti appena oltrepassati dai nemici, provocando un tale danno che i francesi, temendo che ci siano altre mine sotto di loro, si ritirano immediatamente prendendo posizione sull’angolo della fleccia.
Gli assedianti hanno perso un gran numero di uomini in quest’assalto, mentre tra i caduti di parte torinese si contano due ufficiali imperiali e quattordici soldati. Quindici sono i feriti. Un luogotenente piemontese è fatto prigioniero.
Dalle loro posizioni appena conquistate, i francesi scavano e si rinforzano, continuando i lavori per avvicinarsi all’opera a corno. Il 13 luglio gli assediati fanno scoppiare alcune bombe nella galleria di mina davanti al bastione S.Maurizio, provocando un tale danno e terrore, che i nemici smettono immediatamente i loro lavori.
L’immagine è tratta dal Corriere dei Piccoli del 1969, la già citata Storia di Pietro Micca.