Il 14 e il 15 agosto il nemico trascorre la giornata riparando di notte le postazioni danneggiate dalle mine, e intanto predispone una nuova batteria di cannoni di sei cannoni e due mortai davanti alla controguardia del bastione Beato Amedeo, posizionandola in modo da tirare contro il fianco della Mezzaluna di Soccorso, che sempre più appare come l’obiettivo di quello che dovrà essere il grande assalto.
I difensori della Cittadella, naturalmente, non stanno a guardare.
Su ordine del generale von Daun viene fatta accendere una mina posizionata esattamente sotto la nuova batteria nemica che salta letteralmente in aria. Il GIornale dell’Assedio così racconta l’effetto della mina:
“smontati li cannoni, anzi sotterrati come pur’anche 18 cannonieri, un luogotenente colonnello, tre capitani e da 300 soldati saliti in aria, di modo che converrà ch’il nemico impieghi in ciò qualche tempo per rimetterli nel primo stato“
Approfittando della pausa nei bombardamenti, per il resto della giornata e fino a notte fonda, gli operai piemontesi lavorano per riparare i danni fatti dai cannoni nemici in particolare sulla Mezzaluna di Soccorso
Nell’immagine, il diorama presente al Museo Pietro Micca che raffigura le modalità e gli effetti della guerra di mina.