Il 14 maggio, verso mezzogiorno, arrivano i reparti di fanteria imperiale richiamati da Chieri, che prendono posizione al di là del Po per proteggere le vie di comunicazione. Nel frattempo si nota un gran numero di nemici (con tanto di cannoni a seguito) che risalgono la Dora verso Pianezza. Gli alti comandi sabaudi intuiscono l’intenzione francese di gettare un ponte sul fiume, ma non hanno modo di impedire l’operazione.
In questa fase non si può fare molto se non assistere alle operazioni nemiche. Così la Congregazione si occupa di organizzare la delicata gestione degli approvvigionamenti:
“…conoscendosi in queste contingenze necessario d’haver almeno sei o otto persone col giustacorpo, e bandoliera conforme hanno le guardie a piedi della porta di S.A.R. per scortare le provisioni de fieni, bestie bovine, boschi, et altre, e per servire in tutte le altre ocorenze, et urgenze della città”.
Sempre dai verbali della Congregazione leggiamo un richiamo al dovere di tutti i consiglieri in questo momento di difficoltà:
“Al tempo stesso, (la Congregazione) ha proposto che nelle presenti contingenze vi sono tante urgenze, et affari, che richiedono l’assistenza indefessa de signori conseglieri in aiuto de signori sindici, e però ha pregato tutti d’essere assidui in questo Palazzo per puotere provedere a supplire”.
Nel frattempo, il Duca de La Feuillade fa requisire le ville nobiliari del circondario per farne le residenze sue e degli ufficiali, mentre stabilisce il quartier generale al castello di Lucento.
Il dipinto, di Giuseppe Michele Graneri, raffigura un ussaro imperiale.