Abbiamo lasciato Gustìn e Laura che si sono avvicinati, che si stanno innamorando l’uno dell’altra, e qui li ritroviamo. Non riescono a stare lontani, si cercano, ma a Torino succedono cose strane, inquietanti. Tante famiglie scomparse, senza lasciar traccia, dalla sera alla mattina, con ancora la tavola apparecchiata, la cena da mangiare. Gustìn, che prima prendeva in giro superstiziosi e scaramantici, adesso crede che tra gli umani si aggirino esseri sovrannaturali. Che certe cose accadano per volere Altro. Maria Corona ne è un esempio: lui si fida di lei, ma ne ha paura. Ha visto di che cosa è capace, sa che non è una donna normale. E che vive da moltissimo tempo, senza mai cambiare aspetto. In questo capitolo Gustìn conoscerà altri personaggi ancora più forti. E farà pace col suo passato. Ciò a cui si era aggrappato con tutte le sue forze, cambierà aspetto e valore. Gustìn stesso cambierà profondamente.
Nel frattempo Laura conduce la propria indagine e arriva alle stesse conclusioni di Gustìn. Convinta di essere protetta da un angelo, Raffaele, cerca di scoprire di più. Qualcuno però insiste nel non volerla far lavorare, nel distruggere quello che ha costruito, attaccandola in maniera subdola, e lei si difende come può.
Le storie di Laura e Gustìn si svolgono durante l’assedio di Torino del 1706; Luca Buggio ci racconta bene il periodo storico, ma a me, come già detto, quello che interessa è la storia dei due innamorati, che non riescono a stare insieme, pur volendolo e amandosi profondamente.
Troppe persone si mettono in mezzo a rovinare la loro felicità, invidia, rancore, orgogli feriti, incapacità di accettare un rifiuto… tutte cose che minano il loro rapporto, che rovinano la loro gioia. E la guerra, la cosa peggiore, che uccide e spazza via sogni.
In questo capitolo l’autore porta in scena una battaglia tra forte ultraterrene, forze che l’uomo non può contrastare, ma che decide lo stesso di servire. Ci mostra a che punto un animo orgoglioso ferito può arrivare, fino a che punto si può essere meschini, gretti e vendicativi. Ci mostra la cattiveria, la sete di potere e di sovrastare gli altri, di calpestarli, umiliarli e ferirli. Ma ci mostra anche che a volte l’amore ci rende più forti e determinati, più potenti. Che la fede in qualcosa, non per forza in un dio, ci dà un potere altrimenti sconosciuto.
Un finale bello, dolce, ma triste.
Una bella storia d’amore, in un contesto non facile e perfettamente ricostruito dall’autore, che ci porta nei vicoli e nei borghi torinesi, con la loro parlata, gli abiti, i modi di dire e di fare, i soprannomi. Ci fa vivere il periodo e l’atmosfera e l’autore si muove a suo agio, accompagnandoci in questo viaggio.
Un libro che piacerà agli amanti dei romanzi storici e a chi ama le storie d’amore.
Qui è possibile leggere la recensione sul blog
La Città dei santi di Luca Buggio
mentre qui lo stesso blog aveva recensito i romanzi precedenti.
e qui mi aveva onorato con una piacevole chiacchierata