Una volta esisteva in Piemonte come dappertutto, la famiglia patriarcale. Spesso succedeva che quando una ragazza si sposava, andava ad abitare con la famiglia del marito (questo succedeva in particolare nelle campagne, ma non era improbabile anche nelle città, dove non era comunque facile agli sposi “mettere su” una casa propria. La donna, poi, assumeva il cognome del marito, e di conseguenza, lo stesso cognome della suocera. Quest’ultima, la padrona di casa, era (o diventava Madama Pautass (un cognome a caso, come Rossi per l’italiano).
La nuova venuta assumeva il nome di Madamin Pautass essendo ovviamente in sub-ordine. La figlia di madamin Pautass, appena cresciutella, diventava Tòta Pautass e rimaneva tale finché non si sposava. Se questo non succedeva, rimaneva Tòta per tutta la vita. Dopo una certa età, parlando di lei in sua assenza, veniva magari chiamata totòn.
Madama e madamin si traducono con signora, il corrispondente maschile (unico) è Monsù = signore e sono la forma non confidenziale di riferimento ad una persona. In italiano “signore” è anche riferibile a signorilità o importanza. In piemontese questi due concetti sono separati. Per il secondo, e solo per lui, si usano i nomi Sgnor e Sgnora (\s[gn]’ur\ \ s[gn]’ur&\) (l’appellativo Signor (\si[gn]ur\) è riferito solo al Padre Eterno).
Allora si hanno espressioni del tipo: Madama Pautass a l’é pròpi na sgnora. ; Sgnor avocat, monsù Pautass a ciàma ëd vëdd-Ve. Per inciso, nel piemontese classico la forma di rispetto rivolgendosi ad una persona molto importante oppure avanti con gli anni è il “Voi” (2^ pers. plur.). Per le normali relazioni non confidenziali si usa il “Chiel, Chila” (3^ pers. sing.). Infine, per le relazioni confidenziali si usa il “Ti” (2^ pers. sing.).
Madamin è un nome femminile, anche se appare come un diminuitivo maschile (non lo è). Toton invece è proprio un accrescitivo ed è proprio maschile.
(Flavia Zaggia)