Nel mese di dicembre, “la città dell’assedio” ha avuto l’onore di essere il libro scelto per la lettura condivisa dal gruppo “Thriller storici e dintorni”. Un’esperienza davvero piacevole e divertente, con continui interscambi e approfondimenti tematici con i lettori della mia creatura.
Ecco le recensioni da parte dei lettori di TSD (qui il link alla pagina del sito):
Barbara de Laurentis
Molto bello! Mi è piaciuto particolarmente, perché il romanzo è ambientato nella mia città. Mi è piaciuto in quanto scorrevole, una buona trama. L’unica pecca, se la si può definire tale, è la mancanza di una cartina di quegli anni, quando narrava di vie o luoghi, a me oggi ignari, nella città odierna. I riferimenti a personaggi storici, ben documentati. Quindi, un buon libro.
Marco De Luca
Esordisco dicendo che il fantastico e l’esoterico non sono terreni su cui mi piace camminare eppure ho piacevolmente percorso il sentiero tracciato dall’autore.
La città di Torino è la protagonista indiscussa della storia così come l’assedio francese.
Ottimo l’equilibrio tra macrostoria e microstoria, così come la caratterizzazione dei personaggi. Sebbene mi piaccia tanto lo stile, e soprattutto il fatto che Buggio “mostra, non racconta”, ho trovato il ritmo dato dalla punteggiatura in alcuni passaggi pesante. Peccato. Mi sembrava quasi macchinoso, poco fluido al punto di dover tornare sulla frase. Ma questa è una nota personale, la punteggiatura in un romanzo non ha regole precise. Una cosa è certa: grazie all’autore e a questa lettura, il desiderio di visitare Torino è cresciuto in modo esponenziale.
Maria Acosta Diaz
Dal punto di vista della struttura mi è sembrato un libro fatto al vecchio style, come quelli di Victor Hugo. E di strutture letterarie Hugo, ne sapeva molto. Mi riferisco sia alla presentazione dei personaggi uno a uno all’inizio del romanzo che alla maniera di incrociare la loro vita. Dal punto di vista della storia che si svolge nel libro, mi è sembrata molto piacevole, ho imparato qualcosa sulla città di Torino, la lettura è stata molto agile. Il personaggio di Gustin è il vero esse di tutta la trama. Lui, con i suoi diversi travestimenti, è chi ci fa conoscere i diversi ceti sociali della città nel ‘700, come vivono, come pensano, come agiscono, le loro virtù e i loro difetti.
Alessandra Nitti
La prima cosa che mi è piaciuta è stata lo stile: fluido e accurato. Ho proprio pensato “ah, quanto mi piace come scrive”, intendo al livello di lessico, sintattico, il vocabolario semplice e lineare senza tanti giri di parole inutili. I personaggi anche sono costruiti proprio bene, come la precisione storica e geografica. Quindi il contesto e i personaggi mi sembrano solidi e forti.
Per quanto riguarda la trama: premetto di non aver letto il libro precedente (perché oramai era fine novembre e non ne avrei avuto il tempo), quindi a volte mi mancavano alcuni tasselli, soprattutto riguardo Luigi e la sua setta. Di questo devo ammettere di aver capito poco e quindi nel punto più… soprannaturale, lo definirei, ero un po’ perplessa, non ho ben capito quel passaggio, quei nessi, anche perché io, come Gustin, sono una scetticona. Spero di trovare più chiarimenti ne La città delle streghe o nel sequel. A parte questo punto, la storia è intrigante e ben dettagliata.
Eliana Corrado
“La città dell’assedio” è un libro riccamente documentato sul piano storico, densamente popolato di particolari e di fatti che si intrecciano molto fluidamente con la parte inventata, senza che né l’una né l’altra la facciano né da padrona ma nemmeno da seconda: sono esattamente coprotagonisti. E la stessa Torino è protagonista a tutto tondo. La cosa che, infatti, mi è piaciuta moltissimo è proprio l’attenzione che Luca Buggio ha posto nell’umanizzare la città, nel renderla personaggio e non quindi semplice sfondo della vicenda, ma essa stessa vicenda, avendola dotata di caratterizzazione, a volte anche di sembianze umane, attrice comprimaria senza la quale nulla sarebbe potuto accadere.
Tutti gli ingranaggi sono ben congegnati, i personaggi molto ben caratterizzati, uno su tutti quello di Maria Corona, che pur non essendo un personaggio primario (appare poco) racchiude in sé, a mio avviso, tutta l’essenza del romanzo stesso, contiene tutte le tipicità del libro e della storia narrata: la componente esoterica, quella Storica, quella misteriosa, enigmatica, ma anche “romantica” (mi si passi il termine) e umana trovano in lei la fusione perfetta. Ecco, se dovessi identificare in un solo personaggio l’intero libro e tutte le suggestioni che mi ha lasciato la sua lettura, direi proprio Maria Corona.
Personalmente amo poco le componenti sovrannaturali all’interno dei romanzi, ma questo è un mio gusto personale che non inficia assolutamente la validità e la gustosità del romanzo, perché questo di Buggio è veramente un libro da gustare, e lo si può assaporare in diversi modi, ma per me è un romanzo olfattivo, e non tanto, o non solo, perché la coprotagonista Laura confeziona saponi ed essenze, ma perché in tutto il romanzo sembra di sentire l’odore della polvere della città distrutta dalle bombe, della polvere da sparo, dell’umidità dei cunicoli, del lercio dei vicoli in cui viene ritrovato il primo cadavere, l’odore della paura e della morte. Il finale di sicuro mi ha spiazzata, ma è fatto ad arte, perché lascia molta curiosità sul seguito che, è palese, deve esserci e che aspetto con interesse.
Cinzia Cogni
“La città dell’assedio ” è una storia che si svolge nella Torino del XVIII sec., durante l’assedio francese e subito spicca la bravura dell’autore nel descrivere la città nei minimi particolari, creando quell’ atmosfera magica e cupa che accompagnerà il lettore fino alla fine.
I protagonisti sono descritti in modo magistrale, sia nell’aspetto fisico che dal punto di vista caratteriale; i personaggi femminili hanno una personalità profonda, emerge il loro animo femminile, il che denota una sensibilità rara da parte dello scrittore.
Le donne portano quel tocco di “romanticismo” che rendono questa storia esoterica, ancor più intrigante ed originale. Gli uomini, invece, sono la parte razionale; Gustin é quello scettico che dovrà trovare una spiegazione ai misteri, alle sparizioni, ma si ritroverà fra tanti dubbi che coinvolgeranno anche il lettore.
Il ritmo è incalzante, si percepisce che è un libro frutto di accurate ricerche storiche e la trama è ben congeniata, ricca di colpi di scena.
Impossibile restare indifferenti a questa storia, impossibile non sperare ci sia un seguito, per immergersi ancora una volta nella Torino del 1700, per continuare a seguire le avventure dei protagonisti e per scoprire, finalmente, la verità.
Maria Marques
Due piani narrativi che si intrecciano, la realtà storica di una città cinta d’assedio e la ricerca di un assassino. La vicenda si svolge a Torino agli inizi del secolo dei lumi, cinta d’assedio dai francesi. Torino, città elegante, Torino città distrutta dall’artiglieria francese che colpisce a caso, Torino città magica ed esoterica. In questo scenario incantevole ma anche pieno di ombre, descritto in modo originale ma storicamente preciso dall’autore, si muove il personaggio principale, Gustin. Spia, investigatore, con un passato che a tratti emerge in modo drammatico, è un vero figlio del suo tempo, razionale, accorto ed attento, verrà coinvolto in una ricerca che lo condurrà, e con lui il lettore, dai vicoli scuri e maleodoranti della città, ai palazzi nobiliari, alle taverne, alla piazza del mercato. Una indagine che potrebbe sembrare quasi superflua in una città sotto assedio, porterà il protagonista a scoprire, come spesso accade, qualcosa di se stesso. L’estate luminosa ,la luce calda del sole che illumina le dame, il popolo che si aggira per la città, in una atmosfera surreale di normalità, quasi incurante della presenza delle truppe francesi, contrasta con l’atmosfera che circonda l’investigare di Gustin, che si immerge sempre più una storia dalle tinte cupe, dove l’esplodere dei colpi di cannone sembra occultare sempre più le possibilità di trovare il colpevole. Personaggi interessanti circondano il protagonista, personaggi ben caratterizzati, a cominciare da Laura ,che con il suo banco dei profumi e dei saponi al mercato del Balon, riporta in una atmosfera di normalità forzata. Eppure su tutti ,il personaggio, che ha colpito la mia immaginazione è Maria Corona. Sarà per quel suo apparire, in modo inconsueto, demodé, all’inizio del romanzo, sarà per quella sua aura elegante, ma fredda che attrae e respinge, sembra essere il perfetto opposto alla luminosità che circonda Laura. Il libro è veramente gradevole, gli intrecci si incastrano l’uno nell’altro, sino ad un “evento” che lo confesso mi ha lasciato perplessa, proprio perché totalmente inaspettato, in un romanzo storico. Devo però anche aggiungere che questo elemento mi ha divertito e mi ha costretto a leggere il seguito della storia, curiosa di sapere come l’autore lo avrebbe poi utilizzato. Accompagnato da una scrittura gradevole e fluida, con inserti in dialetto che fanno sentire più vicina la realtà storica descritta, pagina dopo pagina la storia e l’invenzione si intrecciano in modo incalzante sino al finale che lascia margine ad un seguito che incuriosisce per i suoi possibili sviluppi nella ricerca della verità.
Marina Viganò
Storia interessante, anche dal punto di vista storico, non son molto attratta in genere dall’esoterismo, ma qui un po’ ci sta… fatte bene le ricostruzioni delle vicende militari e descrizione dei luoghi (peccato che all’inizio del libro ci sia la ripresa del finale del libro precedente che io non ho ancora letto… va beh… pazienza), alcune scene sono per stomaci forti… interessante anche la vicenda dei personaggi principali. Attendo il seguito.
Paola Nevola
Sono molto contenta di aver letto questo bel libro ambientato a Torino, una bella città che ho visitato più volte ricca di fascino e storia. Un thriller che si intreccia perfettamente con un ottima ricostruzione storica della Torino del Duca di Savoia Amedeo II, sotto l’assedio delle truppe francesi di Re Sole nel 1706.
I personaggi storici si relazionano con appassionanti protagonisti: Gustìn realista e disincantato indaga per il conte Groppello su efferati omicidi che fanno vacillare il suo raziocinio, Laura dolce volenterosa e determinata vive nel Borgo Dora e percepisce la protezione del suo angelo, Maria Corona affascinante Dama in nero che mi ha colpita in modo particolare per la sua personalità misteriosa e benevola, e tanti altri. Come i torinesi con la loro cultura che si rispecchia nel linguaggio e nelle usanze, coraggiosi, e intimoriti dal lancio delle bombe, dagli omicidi e le inquietanti voci che circolano.
E la città di Torino fiera e malconcia, ne scopriamo la vitalità delle piazze coi mercati con le merci i suoi profumi, le osterie, le chiese come La Consolata coi suoi quadri votivi, i prestigiosi palazzi e i borghi più poveri.
La narrazione mi ha tenuta avvinghiata ad un’atmosfera in equilibrio tra il soprannaturale e il razionale. Presenze occulte e demoniache si avvertono o appaiono nelle tenebre, tra i vicoli dietro porte e finestre, e nei sogni. E altre angeliche e divine che proteggono i torinesi dalle bombe del nemico, o da qualcosa di più insinuante e malefico.
Tra il giorno e la notte, il bene e il male, bellezza e orrore, in un alternarsi sottile in cui ci si perde assetati nel voler scoprire sempre di più. Chi sarà l’Uomo del Crocicchio che tutti temono, chi sono quelle presenze occulte? E cosa accadrà ai nostri amati protagonisti?
Uno stile di scrittura eccellente, in particolare mi hanno colpito i tratti in corsivo a sottolineare le riflessioni e le sensazioni dei personaggi, i dialoghi brillanti, ma anche l’inserimento di leggende e di antichi miti. Alcuni brani ,soprattutto quelli esoterici, rimangono ancora avvolti dal mistero come i personaggi che ne fanno parte, per cui spero di leggere presto il seguito.
Voglio aggiungere che questa lettura condivisa mi è piaciuta molto per tutti gli approfondimenti interessanti che sono stati fatti, per il coinvolgimento che Luca Buggio ci ha regalato sul suo sito, pieno di arricchimenti e descrizioni dei luoghi storici e completo di mappa.
Flavia Zaggia
Comincio subito a scrivere la cosa più importante: mi è piaciuto moltissimo!. Per e che avevo letto da poco il primo libro di Luca (La città delle streghe) è stato come ritrovare dei vecchi amici. Ho trovato questo libro “più maturo” rispetto al precedente, con tanti elementi diversi ben miscelati tra loro che rendono la scrittura fluida, semplice ma coinvolgente. È un romanzo in cui si parla di guerra in tutte le sue forme. Ci troviamo di fronte ad una guerra, quella vera, combattuta con armi, cannoni e moschetti ma viviamo anche una guerra più misteriosa tra bene e male, tra forze opposte che si fronteggiano con ogni mezzo per prevalere le une sulle altre. Poi c’è la guerra del popolo, quella guerra in cui la vittoria è riuscire a sopravvivere un giorno dopo l’altro nonostante la fame, la povertà e le malattie. Non meno importante è la guerra interna che vivono i nostri protagonisti, una guerra che li porta a combattere contro se stessi per riuscire a tenere sotto controllo i pensieri, i sentimenti, le paure. Tra una vicenda e l’altra dei tanti personaggi “vecchi e nuovi” le cui storie si alternano con lo scorrere dei capitoli c’è un’altra guerra che emerge: quella combattuta da Torino, città splendidamente descritta che appare agli occhi del lettore ferita, stremata ma ancora viva e in grado di resistere agli attacchi del nemico. È questa la grande forza di questo libro: le parole prendono vita, si trasformano in immagini e il lettore diventa parte della scena tra azione, amore e mistero. Un libro avvincente che merita 5 stelle.
Alessandra Ottaviano
Il romanzo è il sequel del bellissimo libro “la città delle streghe” ritroviamo l’ambientazione della misterica Torino in pieno assedio da parte dei francesi, ma fanno anche da scenario i suggestivi sotterranei dove hanno luogo strani riti esoterici.
“Tutti sapevano che sotto la città c’era un mondo di passaggi e cunicoli, alcuni molto antichi”
Ritroviamo i due personaggi principali: Gustin e Laura, che nel precedente libro hanno viaggiato in parallelo e finalmente intrecciano le loro vite e subiscono la malia l’uno dell’altra.
Gustin è di nuovo alle prese con efferati omicidi e sparizioni misteriose.
Laura è alle prese con l’affermazione di se stessa e della sua indipendenza, cercando di scoprire qualcosa di più sul suo angelo custode.
Abbiamo imparato a conoscerli nelle loro sfaccettature e nelle loro diversità.
Luca Buggio ancora una volta ci dà prova di se stesso in quest’altra trama avvincente.
Una scrittura fluida in cui le pagine scorrono veloci tra le vicende dei due protagonisti, le vicende delle due congreghe che si fronteggiano tra loro e le battaglie della Torino sotto assedio.
Un caleidoscopio di intrighi, colpi di scena, omicidi, spiriti malvagi e spiriti buoni, creature oscure che affascinano e di cui tanto deve essere ancora svelato.
I miei complimenti, aspetto con ansia in seguito.
Isabella Novelli
È un libro coinvolgente sia nella trama che nei personaggi, molto curata l’ ambientazione e molto affascinante nella parte dedicata al sovrannaturale.
Anna Geron
Il libro mi è piaciuto! Purtroppo non avendo letto La città delle streghe, di cui ignoravo l’esistenza, ho avuto l’impressione di leggere un libro a cui mancava la parte iniziale. Per me a questa storia manca anche la parte finale. Aspetto il seguito! La narrazione è coinvolgente! Belle le descrizioni di Torino, che conosco poco, e dei personaggi! Mi è piaciuta meno la parte soprannaturale, un po’ fumosa. Mi è piaciuto moltissimo vedere i post dei lettori e il coinvolgimento dell’autore che ringrazio per avermi fatto trascorrere ore piacevoli!
Roberto Orsi
La lettura di questo secondo libro di Luca Buggio ha confermato ciò che già pensavo su questo autore dopo la lettura de “La città delle streghe”. “La città dell’assedio” è un bel l’affresco sulla Torino del 1700. Sullo sfondo dell’attacco francese alla citta dei Savoia, si snoda la vicenda dell’assassino della Consolata. Misteriose sparizioni di diversi cittadini coinvolgono Gustin in una indagine decisamente complicata. Libro intrigante, più crudo rispetto al suo primo episodio ma a mio gusto più coinvolgente. La connessione tra primo e secondo libro è condotta in modo magistrale dall’autore, garantendo comunque una sua indipendenza a questo romanzo. La componente più esoterica è ben congegnata ma sarà necessario aspettare il terzo libro per capirne e carpirne completamente le sfaccettature. Un buon ritmo di narrazione anche se forse in alcuni punti un pochino appesantito da qualche ripetizione di concetti già espressi. Nel complesso una bella lettura su un periodo e una ambientazione storica meno battuta.
Alessandra Bio
Avendo letto anche il primo ho apprezzato “la storia” intera da tutti i punti di vista. Romanzo (-i) curato nei dettagli senza mai sconfinare del didascalico né nel troppo fantasioso. Sono piemontese quindi mi sono goduta le ambientazioni molto realistiche. Soprattutto ho amato Laura e Gustin e con trepidazione attendo il terzo capitolo.
Complimenti a Luca.
Luca Sanguinetti
Un romanzo che ho riletto volentieri. Un libro che può essere letto a più livelli, romanzo storico per lo scenario e per i dettagli della toponomastica della città sabauda come per la descrizione della Cittadella.
Ho apprezzato la precisione storica, i personaggi descritti sia nel loro background che nelle loro motivazioni psicologiche. Una Torino divisa non solo fra francesi e sabaudi, fra nobili e popolo, ma fra chi difende l’anima della città e chi cerca di tradirla. Infine ho intravisto un che di epico nella descrizione dei due eserciti come si era soliti fare una volta. Chiudo con la citazione finale ” Era la cosa più bella che gli fosse capitata in tutta la vita, e avrebbe voluto prolungata per sempre, annegando in quell’intima felicità”
Annalisa Orsi
Ho letto volentieri il libro dopo aver terminato anche il primo. Confesso che mi ha fatto venire voglia di rileggere anche qualche notizia riguardante il periodo storico trattato. Purtroppo non sono ancora mai stata a Torino e quindi non ho goduto appieno delle frasi in dialetto e delle descrizioni della città dell’epoca. Adoro come si sta sviluppando la storia dei due protagonisti e sono curiosa di leggere come proseguirà il racconto nel terzo libro.
Fabiana Farina
Avendo letto tutte e due libri in sequenza ho trovato questo molto più dinamico con rispetto a “La Città delle Streghe”.
La scrittura di Luca è meravigliosa, riesce in modo naturale e senza tanti giri di parole a coinvolgerti nella trama subito dall’inizio. La ricerca storica è molto accurata portandoti a voler sapere di più su fatti e personaggi realmente esistiti.
I personaggi principali hanno avuto una evoluzione caratteriale con rispetto al primo libro, dove troviamo una Laura ancora “bambina e capricciosa” e un Gustin distante e freddo nei rapporti interpersonali. Mentre nella “Città dell’Assedio”, Laura è una donna che affronta le avversità che la vita le propone senza mai tirarsi indietro e Gustin scopre di avere dei sentimenti inaspettati nascosti sotto la “corazza” che indossa davanti a tutti.
Il finale del libro è proprio il “colpo di scena” che stabilizza il lettore perché proprio non te lo aspetti, arriva così, come un fulmine a ciel sereno ma che al contempo ti invoglia a proseguire la lettura del prossimo libro del quale non vedo l’ora che esca.
Fabiola Màdaro
Ho intrapreso questa lettura con moltissime aspettative e tanto entusiasmo, avendo già avuto modo di conoscere lo stile dell’autore con “La Città Delle Streghe”. Aspettative tutte decisamente ben riposte: questo romanzo è il degno successore del primo!
Sono davvero dispiaciuta di non essere ancora giunta alla fine, ma fino a ora ho trovato un’ambientazione descritta in modo molto suggestivo, i personaggi sono molto ben delineati fin dentro l’anima e le sue mille sfumature, i luoghi, come è emerso anche dai commenti durante la lettura, resi umani e quindi personaggi loro stessi, e le ricostruzioni storiche intense al punto da sentire il rumore delle bombe, la polvere, l’odore…
Per quanto riguarda il lato “esoterico”, in genere non amo questo argomento, ma devo dire che in questo contesto è decisamente ben inserito in quanto in ogni cultura ed epoca si è sempre fatto ricorso a riti, credenze e quant’altro.
Di più non posso dire, a parte che non vedo l’ora di finirlo… mi chiama!
Grazie a Luca Buggio per tutti gli approfondimenti e la partecipazione a questa lettura.