Ben prima della mole Antonelliana, era la torre civica il simbolo di Torino.
Conosciuta anche come Torre di San Gregorio, per la vicinanza all’omonima chiesa. Si trovava all’incrocio di via Garibaldi e via San Francesco d’Assisi, sul lato sinistro della via, guardando verso piazza Statuto (dunque sul lato opposto della via, rispetto all’attuale piazza Palazzo di Città) ed è stato per secoli il simbolo di un Comune che faticava a trovare una sede.
Dai disegni arrivati a noi, la torre aveva forma quadrata ed era rivestita di marmo e pietra; era dotata di orologio e campana, veri e propri punti di riferimento per la vita quotidiana della città.
Nel XV secolo, la torre venne ampliata, coperta con lastre di metallo e sulla cima furono posti un globo dorato, una croce e un grosso toro di bronzo dorato. A monito visivo, ma anche acustico: pare infatti che la forra della scultura, cava, producesse al passaggio dell’aria un suono cupo e tetro, una specie di muggito.
Simbolo della città, che infatti fu protagonista durante una delle pagine più difficili della storia torinese, l’assedio del 1706: in quell’occasione il Toro fu tirato giù dalla Torre, perché considerato un bersaglio colpibile dagli assedianti francesi. Fu nascosto per qualche anno, e tornò regolarmente al suo posto sette anni dopo.
La sua vocazione di simbolo cittadino, insieme ovviamente alla torre, resistettero ancora, dopodiché, misteriosamente, se ne persero le tracce.
Nei piani urbanistici del Settecento, con la rettificazione e la riqualificazione delle vie, fu chiaro che la Torre Civica sarebbe stata un problema: quando fu rettificata via Garibaldi, la Torre si trovò a ‘sporgere’ nel nuovo profilo. L’altro grande problema fu che la torre, sempre più identificata con il potere comunale e simbolo della città, era staccata dal Palazzo di Città e quasi invisibile nella piazza Palazzo di Città, costruita come una piazza chiusa, porticata e lontana. La sua vita, insomma, sarebbe stata complicata. E infatti si decise di abbatterla per costruirne una nuova tra le attuali via Milano e via Corte d’Appello. I progetti della nuova torre arrivati a noi sono molti, tutti caratterizzati da un’estrema snellezza, divisi a fasce decorative in pietra, marmo e statue, coronati da statue di figure religiose o dell’immancabile toro.
Non fu realizzato alcun progetto, però. Nel 1798 i Francesi conquistarono la città e nei quindici anni di occupazione trasformarono la sua immagine. Dell’antica costruzione si salvarono l’orologio, la torre e la campana; l’orologio fu sistemato sulla facciata di Palazzo di Città, la campana fu sistemata, praticamente al termine del dominio napoleonico, sul tetto di Palazzo di Città. Mentre nulla si sa del toro. I posteriori tentativi di ricostruzione della torre non ebbero seguito e rimane, all’angolo tra via Milano e via Corte d’Appello, la base in laterizio di quella che sarebbe dovuta essere la nuova Torre Civica.
Ma che fine ha fatto il toro di bronzo? Smontato? Sparito?
Un mistero che pare sia tutt’oggi irrisolto.