In quella zona del Balòn le abitazioni avevano un aspetto afflitto ma robusto, con porte che si aprivano su ballatoi rialzati e botteghe al livello della strada.
«Siamo arrivate» disse Rosina indicando una casa dalle pareti color ocra. L’insegna sulla porta raffigurava una donna immersa nell’acqua fino alla vita, con i capelli che le scendevano a coprirle il petto.
L’unica finestra al pianterreno aveva grate di metallo ed era aperta dall’interno. Avvicinandosi, Laura riconobbe il profumo di sapone, ma anche un sottofondo rancido: grasso animale di seconda scelta. Trattenne l’istinto di affacciarsi a guardare e salì sul ballatoio fermandosi davanti alla porta, dove era ritagliato uno sportello.

(La Città delle Streghe)

La bottega di Mastro Bruno, che poi diventerà la casa di Laura e Fioreste, è un’abitazione su due piani. L’ingresso, stranamente, è al primo piano e vi si accede da un ballatoio. Questa scelta architettonica non è così strana nelle case povere dell’epoca: al piano terra infatti c’era la stalla.

L’idea per questa casa, l’immagine con cui ho colorato la mia fantasia, arriva da una casetta in una piazza di Druento, in provincia di Torino. Eccola nella fotografia. L’avreste mai immaginata in questo modo?