“Alla fine si fermarono nella piazza più grande che Laura avesse mai visto, dove i palazzi avevano facciate uniformi e portici sostenuti da colonne. Dai numerosi drappelli militari impegnati in manovre di addestramento, capì che si trattava della Piazza d’Armi di cui aveva parlato la guardia alle porte della città.
Scese dalla carrozza, appiattendosi contro una parete per non intralciare i vetturini che scaricavano i bagagli. Dopo un attimo si accorse che si trattava di una chiesa e che proprio di fronte, al di là della strada, ne sorgeva una quasi identica: stessa forma, stesso rosone, stesse colonne, meno ricca di statue e fregi, ma con un elegante campanile”. (La Città delle Streghe)
Piazza delle Armi, oggi, si chiama piazza San Carlo e ha tutto il diritto di fregiarsi del soprannome di “salotto di Torino”. Nel 1700, qui si eseguivano manovre militari e il cambio della guardia. Si faceva mercato di grano, riso, legumi, carboni, legna. I palazzi dalla facciata uniforme erano abitati dal fiore della nobiltà sabauda. I viaggiatori che arrivavano a Torino, nei loro diari di viaggio, sono impressionati da questa piazza frequentatissima: il cartografo Jouvin de Rochefort, nel 1672, scrive di aver visto “cento carrozze ricchissime alla porta della piazza”.
I mascheroni che adornano la facciata dei palazzi hanno fattezze diaboliche e alcuni ‘fanno la linguaccia’, ulteriore segno di sberleffo. Ai quattro angoli della piazza, in contrasto a queste presenze demoniache, vi è la raffigurazione della Sacra Sindone. Questi dipinti (ne sono rimasti due) furono eseguiti nel 1578 per celebrare l’arrivo a Torino di S.Carlo Borromeo.
«Non trovate che sia bella, signorina?» si sentì chiedere [Laura] dalla moglie del mercante grasso. Capì che si riferiva alla piazza e rispose:
«Non ho mai visto tanta gente tutta insieme.»
«E ce n’è molta di più durante il mercato del grano, il martedì e il sabato!»
La donna la prese con delicatezza sotto il braccio, e le indicò, sulla facciata di un edificio, un dipinto contornato da stucchi color pietra.
«Raffigura la Santa Sindone, protettrice di Torino.»
Accanto al dipinto era scolpita una fila di mascheroni con fattezze di animali e lunghi nasi, occhi spalancati, lingue sporgenti. Era la prima volta che Laura vedeva i demoni accostati in quel modo a un simbolo sacro. Era come se Bene e Male potessero convivere nella stessa casa. (La Città delle Streghe)
Il dipinto raffigura Piazza delle Armi e l’autore è Giovanni Michele Graneri: in primo piano, il variopinto mercato. Sullo sfondo, le chiese di San Carlo e Santa Cristina e la rassegna dei soldati.