Sempre grazie all’opera socio assistenziale della Compagnia di San Paolo, venne eretto nel 1580 l’Albergo di Carità. Alle opere contribuirono sia il Duca Carlo Emanuele I, con una donazione di 600 scudi d’oro all’anno, e la Città di Torino (300 scudi all’anno e i materiali necessari per l’ampliamento della struttura originaria).
Nel 1587 l’istituzione (che si trovava più o meno a ridosso delle mura in direzione del Po, nell’attuale via delle Rosine) venne assunta sotto la protezione del Duca di Savoia, che si adoperò con nuove rendite per completarla e migliorarla, dandole infine il nome di “Albergo di Virtù”.
L’opera si occupava di accogliere ragazzi e ragazze provenienti da famiglie povere e senza genitori, e di dare loro una formazione professionale e infine un lavoro.
Quale formazione, quale lavoro?
Il Duca di Savoia intendeva introdurre nei suoi domini la lavorazione della seta, e pensava di prendere i classici due piccioni con una fava formando “in casa” la manodopera qualificata dalle fasce più deboli della popolazione, sottraendola a mestieri più a rischio che gli avrebbero potuto creare problemi di criminalità.
Nel 1679 il conte Bigliore diede un lascito alla Compagnia di San Paolo a favore della conversione degli eretici, e grazie anche all’intervento della Madama Reale (la mamma di Vittorio Amedeo II), venne fondato il Rifugio dei Cattolizzati , dove venivano ospitati i giovani che provenivano dalla Valle di Luserna (quindi di origine Valdese). Il Rifugio e l’Albergo vennero uniti in un’unica struttura in piazza Carlina, ma rimasero insieme solo fino al 1746, quando i “cattolizzati” furono spostati all’ospizio di Pinerolo.
Dalle mappe dell’epoca risulta che la struttura iniziale fosse “a C”, con la manica principale rivolta verso la piazza, le altre due sulle attuali via Maria Vittoria e via Santa Croce, mentre sul lato di via San Massimo c’era un semplice muro di cinta.
Nell’800 la struttura accolse anche un’importante scuola di teoria tessile. Nel 1890 venne trasferita in via San Secondo e il palazzo di piazza Carlina divenne prima una casa da reddito (in cui abitò anche, per qualche anno, Antonio Gramsci), poi ospedale israelitico fino al 1980, poi casa popolare, poi lasciato nell’abbandono fino all’inizio del XXI secolo. Oggi è diventato un hotel di lusso.
L’immagine in testa al post è tratta dal sito di Museo Torino.