Ambientare un romanzo in epoche storiche ben definite è un’impresa sempre ardua e meritevole di lodi, qualora sia realizzata con successo. È il caso di “La città delle streghe”, romanzo di Luca Buggio, edito da La Corte e dalla collocazione di genere forse non semplice, per via delle buone commistioni che lo caratterizzano. L’autore, difatti, riesce a miscelare con perizia il fantasy, una punta di horror gotico e, appunto il genere storico.
L’opera di Buggio verte sulle vicende di due personaggi svoltesi durante il conflitto tra Francia e il Ducato di Savoia: Laura Chevalier, giovane francese in fuga verso Torino, e Augusto “Gustin” Graziadei, ex delinquente di strada ora al servizio del Duca.
Le avventure dei due si snodano in un intreccio che non li vede mai interagire realmente tra loro, salvo in un momento fugace, ed è anche questo un aspetto che arricchisce di finezza la trama già di per sé molto interessante e per nulla scontata. Le leggende si rincorrono lungo le pagine, danzando elegantemente tra il mito e la realtà, riuscendo ad affascinare il lettore appassionato di fantastico quanto quello più propenso alla letteratura storica.
I personaggi sono caratterizzati piuttosto bene, delineando figure pittoresche che ben s’inseriscono nei contesti storici. In merito ai protagonisti, se Laura si presenta forse un po’ immersa nei cliché della fragile fanciulla subissata dalle sventure – a cui reagisce comunque con stoico coraggio –, la figura di Gustin si mostra maggiormente ricca di sfumature, che lo rendono un’equilibrata via di mezzo tra un briccone e un retto uomo di giustizia.
Le ambientazioni sono ricche di dettagli che rendono le atmosfere ulteriormente evocative; le digressioni storiche s’inseriscono efficacemente offrendo al lettore un tratteggio delle vie di Torino nella loro veste più antica e fastosa dei palazzi nobiliari, ma anche in quella più derelitta delle stamberghe presso i quartieri popolari.
Senza scendere in particolari che potrebbero rivelare aspetti salienti, la storia presenta alcuni interessanti colpi di scena, elargiti senza particolare effetto, il che risulta congruo con il tenore composto ed elegante assunto dalla prima all’ultima pagina.
Una bella produzione da parte di Buggio, che dipinge Torino con tinte antiche e tuttavia le conferisce una vividezza tale da renderla estremamente realistica anche nella sua chiave fantasy.
(Matteo Manferdini)
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Biblioteca Fantasma: “La città delle streghe”, di Luca Buggio.