PASSI FALSI NELLA CITTA’ DELLE STREGHE
Il torinese Luca Buggio dedica alla nostra città questo romanzo storico-misterico ambientato nei primi anni del diciottesimo secolo, alla vigilia dell’Assedio (“La città delle streghe”, La Corte Editore, settembre 2017, 390 pp.) e puntualmente lo infarcisce di imprecisioni:
a pagina 11 siamo al 25 aprile 1686 e di uno dei protagonisti viene dichiarata la data di battesimo, il 16 maggio del 1670, ma poi il suo futuro mentore sbaglia i calcoli e gli attribuisce ‘quattordici anni’.
A pag. 170 “Zio Tomassetto era un uomo robusto dallo sguardo paziente contornato da una sottile barba nera”. Neanche fosse Bluto di Braccio-di-ferro!
A pag. 201 siamo al 27 ottobre 1703, ma su un balcone si trova “un trionfo di fiori colorati che s’attorciglia tra le sbarre di ferro della ringhiera”. A fine ottobre?
A pag. 267, il 20 gennaio 1704 “il sole cominciò a brillare fin dall’alba”. Impossibile! Forse dall’aurora.
Alle pagg. 299, 300 e 301, il 18 agosto 1704, dopo le cinque della sera “… il fiato usciva dalle labbra e annegava nei vapori della nebbia.” – “Intanto la nebbia che emergeva dalla Dora e dai canali fluttuava tra le catapecchie e diventava sempre più fitta, entrando nei polmoni e nel respiro.” – “Era come se anche Laura fosse diventata un fantasma in mezzo alla bruma”. A metà agosto?! Noi rammentiamo una nebbia fittissima il 28.8.82 (data palindroma), ma era a Rouen.
Alle pp. 365 e 367, tra profumieri e saponificatori, Buggio si confonde: “Il saponaio si avvicinò, tanto da farle sentire l’aspro odore di vino e cipolle.” Ma poi: “Sentiva l’odore, odore di aglio e vino”.
Un infortunio veniale a pagina 378: “Fioreste … ascoltava Laura con un occhio immobile e l’altro pieno di orgoglio”. Pittoresca sinestesia!
A pag. 381, il 12 maggio 1706, giorno dell’eclissi totale del Re Sole, “Era una di quelle giornate che dicevano addio all’inverno, quando i bambini escono a giocare nei prati e le coppiette vanno a passeggio”. Fiorile, pratile…
(Marco Morello)
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