Con La città dei Santi si chiude una trilogia che ho adorato, ambientata nella mia Torino. Dei tre è stato quello che ho letto con minore difficoltà, che mi ha stregata e mi son dovuta forzare a leggere solo i capitoli che mi ero imposta di leggere.
… E ci fu una battaglia nel cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone. Il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto in cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli.
(Apocalisse)
La città dei Santi è una lettura condivisa con Desirée, un romanzo che chiude un cerchio iniziato con La città delle streghe. Ammetto di aver iniziato a leggere la trilogia solo perché mi ero innamorata della prima cover. Poi mi sono appassionata alla storia di Gustìn e Laura e alla storia che vede protagonista indiscussa Torino e l’assedio francese.
L’aggiunta di un pizzico di esoterismo ha reso la storia ancora più bella, la guerra interna e invisibile tra Cavalcanti e seguaci del Drago mi ha coinvolta da subito e la lettura è stata fluida. Avevo riscontrato una lentezza del racconto nei precedenti che avevo paura di trovarlo noioso ma mi son dovuta ricredere a partire dalla prima riga.
Sono i nostri ricordi che tengono in vita le persone che non ci sono più e le rendono importanti.
Ho sofferto, pianto e sospirato insieme ai personaggi. Luca ha impiegato quindici anni a portare a termine questa trilogia ma ha fatto un lavoro magistrale. Il lavoro di ricerca e attenzione ai dettagli è superlativa.
(R.)
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